La pietra si unisce alla pittura…al colore. E’ il mare a definire la forma della pietra…quella pietra naturale, non scolpita, dove Maria Teresa Sabatiello ne estrae la sua ispirazione primaria.
L’artista ne riconsegna le impressioni sedimentate nella sua arte attraverso una pittura meditata per giorni, settimane sino a quando l’opera prende corpo. Richiami… echi… memorie di luoghi in un assimilarsi di umori, colori, racconti, sfumature.
La ricerca pittorica di Maria Teresa ruota intorno al tema del viaggio della vita in una pittura dove la vitalità è la porta di ingresso ad uno stile tanto personale quanto assolutamente coinvolgente.
Non possiamo soffermarci su di un singolo elemento per scorgere il vero significato dell’opera, ma occorre elaborare ogni aspetto per poter codificare questo nuovo e coinvolgente linguaggio fatto dal colore e dalla pietra che entra nella realtà e ne estrae l’essenza.
Conosciamo l’artista con questa sua biografia. Ho sempre avuto la propensione a scrutare con attenzione ogni cosa, e… nell’osservare, perdermi… vedere altro, oltre. E’ qualcosa di “congenito”, nessuna premeditazione, le immagini si accavallano negli occhi e nella mente. Ho indagato oltre l’aspetto tangibile facendo della materia il punto di partenza e del colore il mezzo. Fermamente convinta che non esista nulla in natura che non meriti che il nostro sguardo vi si poggi anche una seconda volta. Che ogni forma possa essere letta ed interpretata.
Da piccola mi affascinavano le ombre contro il muro, le osservavo a lungo, mi incuriosiva il “passaggio” dell’oggetto da reale alla forma irreale. Da solido a piatto contro un muro. Accostavo cose diverse e mi divertiva vederle trasferite sulla parete dove acquistavano, insieme, una nuova forma che sembrava non avere alcun significato, ma che invece aveva un “contenuto tangibile” ben definito.Le mie Pietre sono un po’ quelle sagome che escono dall’ombra, scendono dal muro, si materializzano e rivelano a me il loro contenuto reale. Mi piace pensare che ognuna sia un racconto, un pezzo di storia, una vera e propria scheggia di vita, una sorta di lettera naturale, modellata dal mare, dal vento, dallo scalpello del tempo trascorso per giungere fin qui… che “fin qui” sia io, perché è lei che “prende” me.
La relazione che intercorre tra la Pietra e Me è qualcosa che nasce istintivamente, prima ancora che io stessa possa darle un significato. I miei occhi e le mie mani si poggiano sul sasso, ne vengono rapiti e lo “rapiscono” di conseguenza, a quella natura che, benevolmente la scolpisce per me… ed io per ringraziarla dipingo per lei, portando a compimento un opera già in parte realizzata. Il pieno rispetto della forma naturale è, per me, fondamentale.
Quando raccolgo un sasso non sempre ho ben chiaro in mente il suo suggerimento, a volte è un semplice bisbiglio… poi, poggio la pietra sul tornio e ad un certo punto il bisbiglio diventa prima voce chiara e nitida ed infine un vero e proprio urlo… La mano prende a tracciare il disegno in tutti i suoi dettagli, affinché poi, nel dipingere, nulla vada “perso”… nessuna piega, nessuna sporgenza: il colore scopre, invece che ricoprire, svela, Anima…
Pubblicato il 16 Giugno 2020 sulla rivista “RussiaPrivet – Affari, economia, turismo, arte nell’Unione Economica Eurasiatica“