Riflessi – Galleria WikiArte di Bologna
Al sole di mezzogiorno, l’ombra di ogni uomo proietta sul terreno uno strascico minimo, quasi a ricordargli il fatto di costituire con lui un’unità indissolubile, da cui non si può separare.
Può solo dimenticarsene, a volte, agire con non curanza fingendo di non ricordare che il suolo, implacabile specchio, gli rimandi alla vista lo spazio in cui si muove, gli ricordi di essere egli stesso traccia temporanea.
Un riflesso in una superficie serve a ricordare all’uomo come guardare.
È il tentativo della natura di rammentare all’essere umano l’esistenza dei dettagli, della propria presenza, della possibilità di osservare le cose da una prospettiva differente a quella abituale.
È l’opportunità di un continuo recupero della propria identità, e della capacità di connettere l’interiorità con l’esteriorità.
Come il corpo e la sua ombra – termine utilizzato anche per definire l’anima stessa-, il dentro e il fuori dell’uomo appaiono connessi da uno stretto legame che l’arte aiuta a indagare con chiarezza, uniti da confini che solo l’attività immaginativa pare in grado di circoscrivere, strettamente legati a quel concetto di tempo agostiniano inteso come distendersi dello spirito dell’uomo.
Il riflesso nella storia dell’arte è stato utilizzato come espediente per palesare una superiorità tecnica, si è rivelato filo portante di un tema iconografico capace di ricordare la fuggevolezza e la caducità della vita, un modo per includere -nella realtà delle opere- inaspettate e opportune presenze, un pretesto immaginativo per invitare ad andare al di là della tela.
Lunghe ombre hanno rimembrato nel secolo scorso la presenza di un Enigma a cui il mondo non può che sottostare, limitandosi a ruotare alla continua ricerca di risposte.
La lunghezza dell’ombra riflessa aumenta nelle ore pomeridiane, si estende verso sera, invita a una riflessione sulle età della vita: essa è un’immagine senza corpo che pure ne mantiene intatta e segreta l’unicità.
Un’esposizione dedicata al riflesso non può che invitare chi guarda a rivolgere lo sguardo al di sopra della sua testa e al di sotto dei suoi piedi.
In una parola, oltre.
Artisti: Claudio Barbugli, Fabrizio Fabbroni, Ferdinando Todesco, Giuliano Giuliani, Janilia Jannucci, Maria Teresa Sabatiello, Regina Di Attanasio, Stefano Manzotti, Tina Lupo, Walter Marin
Maria Teresa Sabatiello espone: “Cancro” e “LaMiaDama“
Inaugurazione: sabato 9 giugno 2018 ore 18.00
presenta Francesca Bogliolo